LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Redazione LaRecherche.it
a minha pscoa / la mia pasqua

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
Tragam-me do Oriente un traje muito quente,
um perfume raro e caro para o corpo,
dose dupla de ópio para a noite,
eu quero festejar a minha páscoa.

Tragam-me as brechas e as réstias
que no breu dos cadernos escreví
qual um Orfeu escuro amedrontado,
eu quero festejar a minha páscoa.

Tragam-me Madalenas sem Jesus
e rodas as perdidas sem remédio,
as que cantam fora das muralhas,
eu quero festejar a minha pascoa.

Tragam-me todas as blasfêmias
ditas por prazer e os esconjuros,
ais e gritos do amor enfurecido,
eu quero festejar a minha páscoa.

Tragam-me os satélites caídos no mar
assim como os pobres caídos nas ruas
do meu tempo rico de destroços,
eu quero festejar a minha páscoa.

Tragam-me a retórica do divino,
as várias fantasias dos profetas,
toda palavra sem eira nem beira,
eu quero festejar a minha páscoa.

Se não bastar tragam-me o silêncio
dos que não falam roucos de temor,
os que nunca beijaram a Palavra,
eu quero festejar a minha páscoa.

E se depois de interpelar heróis
ninguém vier, tragam-me brotos de Ipanema,
os putos magros do Brejo da Cruz,
eu quero festejar a minha páscoa.

Se brilhar ao vivo a minha morte
hei-de ver os anjos no azul
entre setas e raios rumo ao Sol
quando passar a minha páscoa?

E ao singrar serei um ou todos
como a poesia quase soletrou,
hei-de saber de mim e do universo
quando passar minha páscoa?

Se não souber o que será,
um outro sopro há-de contar
quem é uno e trino e uno
quando passar a páscoa?


*

la mia pasqua

Portami dall’Oriente un indumento caldo,
un profumo raro e caro per il corpo,
una doppia dose d’oppio per la notte,
che voglio festeggiare la mia pasqua.

Portami le ombre e gli squarci
che ho scritto nel buio dei quaderni
come un Orfeo oscuro ed impaurito
che voglio festeggiare la mia pasqua.

Portami Maddalene senza Cristo
e tutte le perdute senza rimedio,
quelle che cantano fuori dalle mura
che voglio festeggiare la mia pasqua.

Portami tutte le blasfemie
dette per far effetto e gli scongiuri,
sospiri ed urla dell’amore infuriato,
che voglio festeggiare la mia pasqua.

Portami i satelliti caduti in mare
e i poveri caduti nella strada
del mio tempo ricco di disastri
che voglio festeggiare la mia pasqua.

Portami la retorica del divino,
le varie fantasie dei profeti
tutte le parole senza peso e storia
che voglio festeggiare la mia pasqua.

E se non basta, portami il silenzio
di quelli che non parlano, rauchi di timore
quelli che mai baciarono la Parola
che voglio festeggiare la mia pasqua.

E se dopo aver cercato eroi
non venisse nessuno, portami le ragazze di Ipanema,
i bimbi magri di Brejo da Cruz,
che voglio festeggiare la mia pasqua.

Se la mia morte splenderà dal vivo
potrò vedere gli angeli nell’azzurro
fra saette e raggi verso il sole
quando passerà la mia pasqua?

E quando andrò sarò uno o tutti
come la poesia quasi ha rivelato,
potrò sapere di me e dell’universo
quando passerà la mia pasqua?

Se non saprò cosa accadrà,
un altro soffio racconterà
chi è uno e trino e uno
quando passerà la pasqua?


(Tratta da "Oropa França e Bahia", Edizioni della Meridiana, Firenze, traduzione di Andrea Sirotti)

 Leopoldo Attolico - 16/05/2010 11:48:00 [ leggi altri commenti di Leopoldo Attolico » ]

Brillante prova antiretorica al servizio di una "verità" cui è facile accordare non generica solidarietà ma convinta empatia .

 Ariel - 26/04/2010 09:28:00 [ leggi altri commenti di Ariel » ]

Molto bella. Se posso osare un paragone direi che vi ho sentito la musica e la profondità dell’approccio poetico di Borges. Altra materia, s’intende, ma il tuo modus poetandi me lo ha ricordato molto.
Hai saputo creare atmosfera e riflessione con passo asciutto e significativo.

 Roberto Perrino - 01/04/2010 20:00:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

Buona Pasqua a tutti, Amici! E che tutti i poveri Cristi di questo ineffabile Pianeta trovino ciascuno la propria Resurrezione.

 Maria Musik - 01/04/2010 08:05:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Sono commossa e spaventata. Quando leggo una poesia come questa mi sento come il soldato romano ai piedi della croce ed esclamo: "Costui è davvero il Figlio di Dio".
Ma perchè, Dio mio, per poterlo credere, anche solo per un minuto, c’è bisogno che un giusto, un piccolo, un povero muoia ammazzato?
Sarò blasfema ma non so se desidero una vita eterna se passa attraverso la morte ingiusta, efferata, procurata di tanti poveri Cristi.

 Loredana Savelli - 31/03/2010 20:33:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Come una lancia questa poesia penetra e fa piazza pulita di tutte le retoriche religiose o meno. Una pasqua che è ansia di giustizia, prima di tutto. Davvero un testo forte e vero.

 Antonio De Marchi-Gherini - 31/03/2010 20:26:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Bella, profonda, libera. Contro tutte le retoriche cristologiche e la marea di parole vuote da cui siamo inondati dentro e fuori dalle chiese. Un testo esemplare che non disgiunge la limpidezza del Vangelo dai veri cristi che abbiamo sempre con noi, ma é più facile sistemarsi la coscienza con un Cristo efebico ed evanescente, lontano dalla quotidianità.

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.